giovedì 31 luglio 2014

Un male dei nostri tempi difficile da riconoscere: il dialogo interiore.


Un male che affligge trasversalmente professionisti, intellettuali e gente comune: Il "dialogo interno." Quante volte vi è capitato di notare che il vostro interlocutore sembra più assorto nelle sue opinioni e pensieri precostituiti che ad ascoltare ciò che state esprimendo magari anche con forza emozionale? a tratti vi da la sensazione di "non esserci", una presenza evanescente. In realtà, chi soffre di dialogo interno si canta la sua canzone, magari stonata, da una vita e non è assolutamente disposto a "cambiare musica"; come tale è inabilitato all'ascolto ed al riconoscimento dell’altro. Il dialogo interno è fatto di parole e ragionamenti trattenuti a livello psicosomatico nella gola e nella testa ( il resto del corpo non c’è), con domande e risposte di apparente buonsenso, con paragoni automatici e tanti piccoli giudizi incamerati nell’ego da anni, il tutto avviene tra sè e sè come se ci si stesse confrontando con un interlocutore reale. Un vero disastro se pensate a professioni in cui la capacità d'ascolto risulta essenziale o a rapporti di coppia sordi al sentirsi. In genere quelli che ragionano molto, i rimuginativi , i circostanziati, quelli che "l'esperienza è un rimuginare continuo" su quello che vivono quotidianamente, non hanno le corde emozionali ed energetiche per sentire ed ascoltare davvero, per loro è una vera fatica! E' il "sentire l'altro" che fa l'ascolto non il "parlare". Gli esseri autentici sono "esseri emozionali" e "senzienti". Diceva Jung, sentimento è ciò che ha valore per noi. Emozionali non vuol dire "labili emozionalmente" ma sentire l'altro, il suo campo d'energia, i suoi occhi, le sue espressioni, il sentimento corporeo.
Il rimuginare, il ragionare, invece, da la sensazione di "giudiziosità" ma, ahimè, non di autenticità : il "dialogo interno", intanto, imperterrito continua la sua difesa coriacea di un sistema di personalità centrato sulla difesa narcisistica di sè e sulla paura d'incontrare davvero il nuovo, l'imprevisto, il vedersi sotto una nuova luce, anche se scomoda ,compreso l'amore, non l'amore comodo e rassicurante riflesso del proprio ego.

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