domenica 30 marzo 2014

La saggezza del bambino

Amo la saggezza del bambino. In ognuno di noi c'è una saggezza del cuore, basta fermarsi un solo attimo e osservare disincantati intorno a sè.

martedì 25 marzo 2014

Un pò di "Consapevolezza Psicosomatica": oggi parliamo della "stipsi".


Lo "stitico esistenziale" è un avaro di sentimenti, di emozioni e di generosità. Ha il pavimento pelvico e gli sfinteri contratti e retratti verso l'interno.
Dal punto di vista simbolico, la stipsi, rapresenta la tendenza a trattenere le emozioni e scarsa generosità, intesa come capacità di darsi agli altri e di lasciarsi andare. Simbolicamente segna l'incapacità di separarsi da contenuti emotivi e mentali ormai superati. Solitamente l’affettività della persona stitica è bloccata e il “possesso” è l’unico suo modo di essere in rapporto con il mondo. Detto in napoletano "sa stip' pe nun murì". In genere chi soffre di stipsi , al di là di cause organiche specifiche, tende a non spendere nelle relazioni ma può spendere molto solo per se in modo egocentrico o egoistico. Donne con pellicce costose che si dannano nella spesa quotidiana per la casa a risparmiare pochi spiccioli o alla caccia esasperata di "offerte speciali".
Trattenere le feci vuol dire, dunque su un piano simbolico, non cedere nulla di sé, coltivando un'illusione di autosufficienza che può diventare isolamento. Lo stitico è in continuo conflitto tra il trattenersi e il lasciarsi andare, in altri termini tra il possesso e la donazione di qualcosa che gli appartiene.

domenica 23 marzo 2014

La Felicità : le truffe del linguaggio .......

.
Ho sentito dire : perchè la felicità deve fare tanto la preziosa e nascondersi a noi stessi? Cosi non la sentiremo mai in modo appagante". Come se la felicità fosse un qualcosa , un oggetto distante da noi e difficile da acquistare. Questa è una truffa psicologica tipica del linguaggio corrente: cioè nominalizziamo un concetto , o un'idea, facendolo materializzare e rendendolo irraggiungibile. Questa truffa chiamata "nominalizzazione" fa si che un evento processuale vivo venga distillato e cristallizzato in un termine astratto che diventa una scatola vuota, un empty box. Pertanto, la "Felicità" che cerchiamo e che s'idealizza attraverso un concetto astratto "nominalizzato" (felicità), non esiste!!! esiste, invece, come vissuto, come processo del vivere. Proviamo a dirlo cambiando le parole allora. Esiste uno stato affettivo interno vivo ed emozionale , una sensazione di benessere esistenziale anche nel dolore, un processo interiore di consapevole presenza a se stessi ed al mondo delle relazioni e della natura: sentire la saggezza del cuore che consente di percepire gli eventi in maniera gradevole e di direzionare la propria esistenza o farsi direzionare quando ci affidiamo tranquillamente ad essi; favorendo e coltivando dentro il nostro essere una pace interiore ed un modo chiaro e luminoso di vivere che consente di far fronte lucidamente ma con compassione ( cum passio) e amore a tutti gli avvenimenti anche più tragici della nostra esistenza; avere un respiro più libero tale da sentire profumi , essenze ed umori della vita; accettare, non rassegnarsi, al destino della morte. Vivere la gioia intensamente come vivere intensamente il dolore, perchè la gioia ed il dolore sono fatte della stessa sostanza. Siamo dunque passati da un linguaggio astratto ed impersonale, che genera sempre equivoci e confusioni ad un linguaggio emozionale processuale vivo. Proviamo, dunque, a cambiare le parole per dire a noi stessi e ad altri quello che è vivo dentro di noi. 

  I disturbi alimentari sono problemi del "non amore" . . . Il disturbo psico alimentare non è solo semplicemente un problema del...