La salute è come l’amore la cerchi quando è andata via!
Ora vi invito a compiere uno spostamento di asse dal mondo
oggettivabile delle norme giuridiche di diritto alla salute ad una dimensione
soggettiva, più intima. Dimensione soggettiva e non concetto di
salute: i concetti hanno la funzione intellettuale di definire di dare
ambiti esplicativi. L’idea di dimensione ci sposta su un piano di complessità :
la dimensione interiore, il fattore tempo, il dinamismo
psico-biologico-spirituale, l’inconscio , l’ambiente, la coscienza collettiva:
insomma l’unità evolutiva Uomo + Ambiente. Occorre pertanto spazzare via il
campo da una concezione della salute che ancora pervade ed influenza la
percezione collettiva, medicalizzata, della salute e cioè la salute come assenza
di malattia: non ho nessuna malattia quindi “sto in buona salute”; sembra quasi
il vecchio pensiero Leopardiano della felicità come assenza del dolore. Questo
comportamento collettivo ci ha portato in questo mezzo secolo a conoscere molto
della malattia ma , purtroppo poco della salute. Il cittadino medio sa tanto sui farmaci e ti
sa pure consigliare quello più adatto al caso. Se invece parliamo della salute
il discorso scivola nelle secche dei soliti luoghi comuni, delle abitudini salutiste
oggi di moda: dal fitness, allo sport,
alla corsa , alle pratiche orientaleggianti con maestri spesso di dubbia
provenienza che propongono percorsi e discipline spirituali meditative e corporee
. Poi c’è anche chi fa ricorso a maghi e fattucchieri che spesso imperversano
su radio e tv locali con promesse e pratiche
mirabolanti e pericolose. Evidenziamo, intanto, un principio ormai acquisito nella
cultura medico-psicologica: Il sintomo è una risorsa
per la salute! Dal
punto di vista della dimensione soggettiva la salute riguarda la responsabilità
individuale nell'ascoltare il proprio mondo interno, le proprie sensazioni ed
emozioni. Il sintomo non è malattia bensì una risorsa; il disagio quotidiano, l'ansia e le
somatizzazioni ne rappresentano la massima espressione: sono segnali che ci
avvertono della disarmonia interiore e dell'allontanamento dal nostro processo
di individuazione, nonché della perdita progressiva del tono vitale. La
malattia ,spesso, arriva quando ci siamo distratti dal vero progetto della
nostra vita, in questo senso essa viene per indicarci che ci siamo distratti
dalla via che dovevamo percorrere e per questo abbiamo bisogno di una nuova
consapevolezza. Diventa, dunque, importante porre una sana attenzione, non
narcisistica, al proprio corpo e soprattutto “l'attenzione al respiro”. Il
respiro libero e profondo ci da dimensioni di "ampio respiro" , e
nasce dall'amore per se stessi e la natura-ambiente e si riflette nella cura
delle relazioni affettive, intime e sociali. Chi respira poco ama poco! Il
respiro è la base dell'espressione emozionale , spesso controlliamo e
blocchiamo le emozioni trattenendo il respiro. Per questo invito voi ascoltatori
in sala ad operare un'attenzione quotidiana a voi stessi: fermatevi per un
attimo, durante la giornata, anche in una pausa di lavoro, per stare con se
stessi è prendere consapevolezza del proprio respiro che, spesso,
inconsapevolmente, va in “apnea” o in affanno perdendo di fluidità e spontaneità,
alimentando così tensioni e insoddisfazioni. In una moderna concezione olistica
e planetaria, inoltre, vi invito a considerare l'individuo come unità evolutiva
uomo più ambiente: l'ambiente è lo specchio della salute psicologica e fisica
della nostra dimensione interiore; rispetto per l'ambiente è rispetto per se
stessi. Occorre operare, pertanto, un cambiamento culturale di paradigma che distragga per un pò l’attenzione dalla malattia per
promuovere la salute.