lunedì 22 aprile 2013

Tribunale di Napoli-Sala Arengario-Conferenza sul diritto alla Salute-Intervento del Dr. Tartaglia



La salute è come l’amore la cerchi quando è andata via!
Ora vi invito a compiere uno spostamento di asse dal mondo oggettivabile delle norme giuridiche di diritto alla salute ad una dimensione soggettiva, più intima. Dimensione soggettiva e non concetto di salute: i concetti hanno la funzione  intellettuale di definire di dare ambiti esplicativi. L’idea di dimensione ci sposta su un piano di complessità : la dimensione interiore, il fattore tempo, il dinamismo psico-biologico-spirituale, l’inconscio , l’ambiente, la coscienza collettiva: insomma l’unità evolutiva Uomo + Ambiente. Occorre pertanto spazzare via il campo da una concezione della salute che ancora pervade ed influenza la percezione collettiva, medicalizzata, della salute e cioè la salute come assenza di malattia: non ho nessuna malattia quindi “sto in buona salute”; sembra quasi il vecchio pensiero Leopardiano della felicità come assenza del dolore. Questo comportamento collettivo ci ha portato in questo mezzo secolo a conoscere molto della malattia ma , purtroppo poco della salute.  Il cittadino medio sa tanto sui farmaci e ti sa pure consigliare quello più adatto al caso. Se invece parliamo della salute il discorso scivola nelle secche dei soliti luoghi comuni, delle abitudini salutiste oggi di moda:  dal fitness, allo sport, alla corsa , alle pratiche orientaleggianti con maestri spesso di dubbia provenienza che propongono percorsi e discipline spirituali meditative e corporee . Poi c’è anche chi fa ricorso a maghi e fattucchieri che spesso imperversano su radio  e tv locali con promesse e pratiche mirabolanti e pericolose. Evidenziamo, intanto, un principio ormai acquisito nella cultura medico-psicologica: Il sintomo è una risorsa per la salute! Dal punto di vista della dimensione soggettiva la salute riguarda la responsabilità individuale nell'ascoltare il proprio mondo interno, le proprie sensazioni ed emozioni. Il sintomo non è malattia bensì una risorsa; il disagio quotidiano, l'ansia e le somatizzazioni ne rappresentano la massima espressione: sono segnali che ci avvertono della disarmonia interiore e dell'allontanamento dal nostro processo di individuazione, nonché della perdita progressiva del tono vitale. La malattia ,spesso, arriva quando ci siamo distratti dal vero progetto della nostra vita, in questo senso essa viene per indicarci che ci siamo distratti dalla via che dovevamo percorrere e per questo abbiamo bisogno di una nuova consapevolezza. Diventa, dunque, importante porre una sana attenzione, non narcisistica, al proprio corpo e soprattutto “l'attenzione al respiro”. Il respiro libero e profondo ci da dimensioni di "ampio respiro" , e nasce dall'amore per se stessi e la natura-ambiente e si riflette nella cura delle relazioni affettive, intime e sociali. Chi respira poco ama poco! Il respiro è la base dell'espressione emozionale , spesso controlliamo e blocchiamo le emozioni trattenendo il respiro. Per questo invito voi ascoltatori in sala ad operare un'attenzione quotidiana a voi stessi: fermatevi per un attimo, durante la giornata, anche in una pausa di lavoro, per stare con se stessi è prendere consapevolezza del proprio respiro che, spesso, inconsapevolmente, va in “apnea” o in affanno perdendo di fluidità e spontaneità, alimentando così tensioni e insoddisfazioni. In una moderna concezione olistica e planetaria, inoltre, vi invito a considerare l'individuo come  unità evolutiva uomo più ambiente: l'ambiente è lo specchio della salute psicologica e fisica della nostra dimensione interiore; rispetto per l'ambiente è rispetto per se stessi. Occorre operare, pertanto, un cambiamento culturale di paradigma che distragga per un pò l’attenzione dalla malattia  per promuovere la salute.

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