"Attaccarsi" all'altro "per sempre" non è il fine ma la fine dell'amore.
E' l'dea del "per sempre" , dell'amore eterno e dell'amore idealizzato
la fonte di molte confusioni. La magia dell'amore è una straordinaria
esperienza che presuppone il mistero ed il fascino dell'incontro , un
vissuto di completezza e totalità che fa evolvere il nostro mondo
interiore . Attaccarsi all'altro "per sempre" non è il fine dell'amore,
sarebbe contro l'essenza della vita stessa! Il segreto dei
buoni rapporti anche duraturi, sta proprio nella capacità di
rinnovarsi, di accettarsi cambiando se stessi non l'altro, di scoprisi
reciprocamente in modo nuovo, meravigliandosi insieme, conoscere e
interagire col mondo perchè l'amore è sempre un momento di grande
conoscenza, non di sdraiarsi supinamente come poppanti allattati , "per
l'eternità" . Prima o poi se non ci si rinnova si incaricherà la vita , a
volte drammaticamente, di imporre il cambiamento necessario. Più
doloroso sarà il cambiamento quanto più vischiosi ed aggrovigliati sono
gli "attaccamenti". In molte persone gli attaccamenti sopravvivono
tenacemente anche a rapporto finito e chiuso. Come bambini abbandonati
da un partner sostituto genitoriale.
L'amore implica, dunque, un
gioco di proiezioni reciproche, come tale ognuno inventa l'altro: è
semplicemente te che hai investito le tue emozioni-proiezioni-bisogni
sull'altro. Se vuoi conoscere l'amore conosci te stesso ed il tuo "lato
ombra", così accetti quello che ti può dare senza recriminazioni ne
giudizi ed accogli il dolore della separazione quando la sua carica sarà
esaurita annunciando che il gioco è finito-
Il corpo e i luoghi dell'Anima: il blog di Pino Tartaglia Psicologo Psicoterapeuta-Avvocato-Scrittore-Blogger ha come punto di riferimento il principio unitario di Identità funzionale tra psiche e corpo di W. Reich
venerdì 31 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
Anche questa sera è sera
E' l'ora dell'ammaina bandiera........il guerriero si ritira in pace nella sua tenda, cerca il silenzio, pur avendo il cuore ancora in tumulto ma in pace, reduce da battaglie in cui ha assolto il compito affidatogli dal destino. E' l'ora del viandante che cerca riposo e pane per ascoltare la pace dell'anima nello scorrere del fiume dell'esistenza. E' l'ora del desiderio che si fa sogno, anima , arte e immagini senza tempo. E' l'ora della contemplazione , dello stupore, sintomo della vita profonda. E' l'ora dell'amore che si fa abbraccio caldo, cuori e mani che si cercano. Un respiro dolce e profondo e ti arriva un afflato cosmico...... l'armonia dell'universo.
Per fortuna ci innamoriamo spesso della persona cosiddetta "sbagliata".
Molto ironicamenrte si dice "in attesa della persona giusta" ( il messia che non arriva mai) "divertiti con quella sbagliata". Sono anni che osservo questo fenomeno, persone che vivono momenti di felicità e di eros molto intensi, innamorati pazzi che fanno di tutto per distruggere una storia che non è quella che avevano nella loro testa. Ci son quelli che si tormentano fin dall'inizio perchè il compagno/a non ha tutti i "requisiti" che ci sarebbero voluti per essere una coppia felice e far durare il tutto per l'eternità. La mente giudica e distrugge spesso rapporti che vanno bene così come sono, basta accettarli ed accettare che il termine eternità è nemico dell'amore. Il giudizio ed il modello di coppia o di partner che sciaguratamente ognuno si porta dentro, nella propria testa, provoca l'inevitabile crisi che porta alla fine prematura e intrisa di sofferenza dell'amore e della passione. Si impreca per l'amore impossibile in cui si è incappati, si cerca inutilmente la persona giusta che non arriva mai e si riparte sempre con lo stesso modello per incontrare sempre l' immagine falsificata di se stessi e nuovi amori, magari ancora fortunatamente "sbagliati".
martedì 21 ottobre 2014
Amori dormitivi
Pensare di mettersi al riparo dall'amore e dalla vita in un rapporto
"dormitivo" è solo adozione di un principio d'asfissia esistenziale.
lunedì 20 ottobre 2014
Gli amori nati male fanno ammalare.
I rapporti nati male
nascono da un equivoco spesso non riconosciuto. Succede quando si passa
da un rapporto ad un altro senza aver elaborato il distacco ed il lutto
che inevitabilmente si attraversano nelle fasi di separazione. Si pensa
di saltare il dolore della separazione e la necessaria fase successiva
di solitudine riempiendo immediatamente il vuoto dentro imbarcandosi in
una nuova relazione. Ogni persona da cui ci separiamo, da
un rapporto intenso, rappresenta un nostro vissuto personale
emozionale-affetttivo-sessuale profondo che impregna la personalità. I
vissuti affettivi relazionali sono come pezzi di placenta incollati da
cui occorre liberarsi per mettere il cuore in libertà e disponibilità,
in grado di respirare un nuovo amore, di aprirsi e di donarsi con
fiducia. Ricondurre a se stessi ed elaborare la propria esperienza
emotiva affettiva diventa dunque indispensabile per operare una buona
separazione e sciogliere le ambivalenze. Non si può amare davvero una
persona se pezzi di noi sono rimasti incollati ad una precedente
relazione. Non siamo in grado di amare una persona nuova se quella
separazione non ci ha insegnato nulla di come siamo fatti noi senza dar
colpe all'altro. Capita spesso di sentire persone che tentano di mettere
insieme l'impossibile: la nuova storia ed il bisogno di continuare in
qualche modo l'atmosfera d'intimità con l'ex partner. Ed ecco che
vivendo le relazioni nell'ambiguità, nell'ambivalenza il corpo
s'incarica di fare chiarezza sparando un corteo di sintomi , malesseri
fisici e disagi esistenziali difficili da affrontare. Certo è facile
dare la colpa allo stress, al lavoro all'ambiente ma ricordiamoci di una
cosa importantissima: quando c'è amore in una coppia sintomi e disagi
non compaiono e tutte le difficoltà della vita vengono brillantemente
superate dalla energia che quella relazione produce. Un rapporto non
chiaro, con sotterfugi, nato sull'ambiguità prima o poi porta a seri
disturbi psicosomatici, alla confusione esistenziale alla mancanza
d'amore ad vitam.
venerdì 17 ottobre 2014
Pensiero d'amore al crepuscolo
A tutti coloro che cercano
disperatamente un abbraccio, a te che non hai più nessuno, a te che
nonostante tutto la vita non ti ha piegato e che insisti a cercare
l'amore, a te ed alle tue inguaribili ferite che sanguinano ancora per
poter vivere, a te che non ci sei più ma che vivi dentro me, a te che
ieri sera disperata avevi bisogno di una carezza prima che di un pezzo
di pane e che anche stanotte non sai dove dormirai. Il mio pensiero ed
il mio dolore antico è con voi in un abbraccio senza fine.
martedì 14 ottobre 2014
Unità mente corpo
“Mens sana in corpore sano”, “pensiero positivo”, “la mente influenza il
corpo” .il corpo influenza la mente. sono pilastri di un modello
culturale duro a morire. La medicina che fa passi da gigante pretende
di aver conquistato l’unità mente corpo proponendo una versione
aggiornata del vecchio obsoleto modello cartesiano: il “parallelismo
psicosomatico”. Il parallelismo, purtroppo, preconizza due entità che
s'incontrano all'infinito. In questa
ottica comunque il primato spetterebbe ad una mente razionale che
dirige il tutto al vertice di una piramide e che può tuttavia subire
delle “influenze” dal corpo (che non si sa dove si troverebbe). Mi
sovviene l’immagine dell’Iceberg che affondò il Titanic : quando vedi la
punta di un Iceberg potrebbe essere già troppo tardi: è quello che c’è
sotto, invisibile, che conta. Freud paragonava la coscienza alla punta
di un iceberg.
sabato 11 ottobre 2014
La penso così
Non faccio l'apologia del "non ragionare " o l'esaltazione dell'emozionalità, dico solo che stare bene con se stessi "ci rende ragionevoli, non razionali".
venerdì 10 ottobre 2014
Gli uomini son tutti uguali,ci sono ancora uomini seri?
Gli uomini son tutti
uguali,ci sono ancora uomini seri?, ti usano e poi ti lasciano, tante
promesse, moine solo per portarti a letto. Mi ha lasciato, sto male ma
non posso fare a meno di lui. Questo è un ritornello ben noto ormai che
molte cantano ancora. La colpa naturalmente è sempre altrui e succede
"stranamente" che poi il copione si ripete uguale alla prossima storia
d'amore o di amicizia con lo stesso corteo di accuse, colpe
e lamentele senza un minimo di consapevolezza. Alla fine : "è lui che è
fatto così". "Consapevolezza" è aprirsi alla possibilità di vedere le
cose in modo nuovo: "non è nel rapporto esterno il problema ma in quello
interno a noi stessi." Quindi il vero conflitto non è con l'altro ma
con noi stessi. Se si smette di proiettare sugli altri colpe e l'origine
di ogni problema emerge un fatto interessante: ripetere lo stesso
copione esistenziale nasconde la difficoltà a riconoscere i propri
conflitti interni. "In realtà c'è una parte dentro te che ti ostini a
non riconoscere e darle vita." Pertanto, inconsciamente, si cerca la
persona che attiva dentro quella parte negata e la si fa (ri)vivere
forzatamente con tutte le conseguenze, gli equivoci ed i conflitti che
ne derivano. Dunque la persona con cui iniziamo una relazione non è mai
sbagliata: è la sintesi perfetta dello stato della nostra personalità.
L'altro è complice, collude esattamente con i nostri giochi interiori.
Ecco che una persona dipendente infantile diventa pronta ad accusare
l'altro di non lasciarle spazio, spazio che lei non sa o non vuole
prendersi. Trovi la persona che ti tratta male perchè finalmente tiri
fuori l'aggressività che non ti concedi mai, ma lo fai in modo distorto e
ricattatorio. Cerchi sempre lo stesso tipo d'uomo, che magari ti
tiranneggia, per mantenere vivo il tuo problema.Se ti abbandonano
implori il loro ritorno perchè non puoi fare a meno di vivere e quel
conflitto interno ti mantiene in vita, l'altro non c'entra.....quasi
mai!
L'amore è.....
L'amore si nutre di silenzi, fermenta nell'oscurità e vive di improvvise
fioriture colorate che alla luce del giorno svelano per un attimo ad
occhi indiscreti l'arte della vita.
mercoledì 8 ottobre 2014
Separazioni e arte dell'incontro
Diceva la straordinaria Benazir Bhutto : "Una nave in porto è al sicuro ma non è per questo che le navi sono state costruite."
Il gioco delle separazioni ci accompagna per tutto l'arco dell'esistenza, dalla prima grande separazione la nascita, alla morte ultima grande separazione. L'esperienza del distacco da ciò che ci è familiare verso lo sconosciuto, dalle abitudini facilitanti all'ingegno della scoperta del nuovo verso territori inesplorati caratterizzano il senso di tutta la nostra esistenza . Ogni volta che riusciamo a separarci da persone, luoghi, affetti e dal passato, in modo doloroso o meno, si apre la porta all'incontro della vita e dell'approdo a nuove terre. Il nostro corpo cambia miliardi di cellule al giorno ed abbiamo paradossalmente paura di cambiare un qualcosa che ci sta morendo dentro ma che vogliamo trattenere a tutti i costi. Separarsi è decidere se diventare fiume che scorre limpido o i suoi detriti depositati sul fondo.
Il gioco delle separazioni ci accompagna per tutto l'arco dell'esistenza, dalla prima grande separazione la nascita, alla morte ultima grande separazione. L'esperienza del distacco da ciò che ci è familiare verso lo sconosciuto, dalle abitudini facilitanti all'ingegno della scoperta del nuovo verso territori inesplorati caratterizzano il senso di tutta la nostra esistenza . Ogni volta che riusciamo a separarci da persone, luoghi, affetti e dal passato, in modo doloroso o meno, si apre la porta all'incontro della vita e dell'approdo a nuove terre. Il nostro corpo cambia miliardi di cellule al giorno ed abbiamo paradossalmente paura di cambiare un qualcosa che ci sta morendo dentro ma che vogliamo trattenere a tutti i costi. Separarsi è decidere se diventare fiume che scorre limpido o i suoi detriti depositati sul fondo.
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