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Una pazienza fatta di esperienze
affettive e di intelligenti mediazioni nella vita non è una pazienza
"precostituita". La pazienza non è mai mentale e la peggiore pazienza è
quella precocemente impartita in età evolutiva dalle figure di
riferimento ai ragazzi fatta di ragionamenti, mentalismi e "buone
intenzioni" educative e sociali. Capita di essere mentalmente pazienti
ma poi il corpo si ribella e passa all'intolleranza. La saggezza della
pazienza arriva con esperienze affettive, emozionali e relazionali
nell'arco di una vita. Una caratteristica della sana pazienza? è mandare
al diavolo qualsiasi buona intenzione, smettendo di tanto in tanto di
fare i saggi a tutti i costi. Ogni buona pazienza contiene in se anche
l'intolleranza. Chi è troppo paziente non è paziente, nè tantomeno
saggio.
Il corpo e i luoghi dell'Anima: il blog di Pino Tartaglia Psicologo Psicoterapeuta-Avvocato-Scrittore-Blogger ha come punto di riferimento il principio unitario di Identità funzionale tra psiche e corpo di W. Reich
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