domenica 9 dicembre 2012

Il Viaggiatore



Organizzare un viaggio è incominciare a ritrovare il proprio mondo interno, la propria immaginazione, i vissuti legati alle esperienze della nostra vita che pur sempre è unica e originale, è solo nostra. In questa
storia personale ci sono i nostri primi incerti passi, le soddisfazioni per ogni piccola o grande meta raggiunta, ma anche le delusioni, le resistenze e poi le aspettative, il coraggio, la paura dell’ignoto, l’eccitazione, la scoperta, il cambiamento. Si, il cambiamento: "tutto ciò che vive deve essere pronto ai mutamenti", diceva Goethe. Allora , come per molte cose della vita, occorre separare due momenti, però solo in maniera operativa, quello della eccitazione immediata, dell’entusiasmo dell’agire subito, da quello della preparazione effettiva del viaggio. E’ come se dovessimo dimenticarci di tutte le emozioni che ci motivano e far funzionare prevalentemente la razionalità: l’emisfero sinistro del cervello; ci vuole, un po’ di quella “intelligenza emotiva”che D. Goleman ritiene importante per la crescita matura ed armonica dei ragazzi , ancora molto trascurata oggi a favore di quella cognitiva. Freud, Jung, Goethe sono stati dei viaggiatori che hanno utilizzato il viaggio come strumento di “conoscenza evolutiva” La conoscenza evolutiva racchiude in se non solo la modifica degli schemi conoscitivi abituali e degli schemi e “pregiudizi emotivi” in cui spesso siamo ingabbiati, ma anche i momenti di grande intuizione e di scoperte improvvise che ampliano la dimensione interiore, dell’Anima, nel solco di un processo personale di evoluzione. Un buon viaggio ci cambia dentro! 

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