giovedì 10 gennaio 2013

Aggressività, rabbia e violenza

L'aggressività è stato l'argomento della settimana del gruppo di consapevolezza psicosomatica. Con metodo pratico esperienziale abbiamo sperimentato che l'aggressività non si identifica nè con la violenza, nè con la rabbia. La radice del termine "aggressività" è ad-gredior, cioè "andare verso", è l'energia vitale dell'essere vivente che spinge verso la ricerca, la soddisfazione dei bisogni primari, verso la realizzazione del sè e quando occorre, per difendersi  usando la forza. La rabbia è una reazione ad una compressione , invasione o non rispetto del nostro campo di energia- spazio vitale, essa spinge ad una sana definizione dei rapporti e delle distanze di rispetto reciproco. La rabbia che persiste rappresenta, invece, l'incapacità-difficoltà ad esprimersi e ad esporsi e produce inevitabilmente la "violenza". Diceva Freud, alla vigilia della grande guerra", c'è qualcuno in Europa che confonde la potenza con la violenza " : difatti la potenza fa parte dell'essere, la violenza fa parte del potere e quindi dell'avere. La rabbia non espressa va a ledere la salute e l'equilibrio psicosomatico arrecando gravi danni all'organismo: malattie cardiovascolari, ipertensione, emicrania, somatizzazioni dell'apparato gastroenterico, delle articolazioni e delle ossa: corrode l'individuo dall'interno rendendolo rabbioso e insoddisfatto e pronto a scattare alla prima contrarietà vissuta come una minaccia alla propria stabilità. Il Dalai Lama invita, particolarmente, a non coltivare la rabbia dentro di sè: la lunga sedimentazione della rabbia porta l'individuo ad un progressivo sentimento d'impotenza che può trasformarsi in un odio pericoloso ed inguarbile che spesso sfocia nella più distruttiva violenza. Pertanto la violenza cieca rappresenta la massima espressione di uno stato di massima impotenza di un individuo. L'autenticità di una persona, quindi, è sempre espressione di un sano ed equilibrato rapporto con la propria aggressività.

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